Artist: Ghost (Sweden)
Album: Opus Eponymous
(Sotto per l'Italiano)
Ghost, "Opus Eponymous" |
"Ghost incorporates costumes and make up to emphasize their evilness." |
Secondly, Ghost incorporates costumes and make up to emphasize their evilness (is that a word?), which I must say I personally think it is much more effective than Kind Diamond’s out dated inverted cross (Glen Benton out did Diamond in that department years ago). Not only are they summoning some of their predecessors from the heyday of metal, but it’s also obvious that they have a great affection for rock n’ roll from the 60s and 70s, going as far as attaching a cover of the Beatles' “Here Comes the Sun” as a bonus track on the Japanese version of the album. Those added influences are what separate Ghost from some of the other bands that share similar aesthetics with them.
All of this combines to put together an incredibly catchy record filled with over the top lyrics and groovy, catchy guitars. I sought this record out after getting caught up in all the hype they’ve been receiving over the last year or so and honestly, I really didn’t expect to take this band all that seriously. But, at the end of the day I’m a sucker for a good pop song and at the core of what they’re doing, that’s really what they’re serving up.
For more info, tour dates, merch, etc. check out the Ghost Offical Website
Traduzione in Italiano:
Mi piacciono tutti i generi musicali ma ho sempre avuto un debole per l'heavy metal degli anni '80 (a parte il cosiddetto hair metal, che faccio veramente fatica a digerire). Ero giovanissimo quando i metallari dei miei paraggi ascoltavano band come i Mercyful Fate; avevo meno di dieci anni e le t-shirt che portavano quei kids mi spaventavano non poco (se solo avessi visto all'epoca il documentario "Heavy Metal Parking Lot"), ma ne rimanevo anche affascinato al tempo stesso. I loghi di quelle magliette sembravano provenire da un altro pianeta, infuocavano la mia immaginazione. Qualche anno dopo avrei provato di tutto per fami piacere band come Judas Priest, Mercyful Fate e DIO ma senza risultati. Non dimenticherò mai quando a 14 anni presi un disco degli Iron Maiden ("X-Factor" se non erro) e ne rimasi estremamente deluso in quanto la musica non si avvicinava neanche lontanamente alla brutalità ostentata sulla copertina (per la cronaca in seguito ho cominciato ad apprezzare non poco i Maiden).
Dico ciò in quanto i Ghost (svedesi) mi riportano indietro a quelle prime sensazioni e a quei ricordi. Non posso fare a meno di pensare ai Mercyful Fate e a King Diamond quando li ascolto. Le atmosfere che riescono a creare, il make up e i testi mi riportano indietro a quelle prime reazioni. Ci voleva qualcosa del genere per rinverdire i fasti del metal di metà/fine anni '80. Tanto per iniziare i Ghost sono parecchio melodici e catchy ma i testi sono di una malignità estrema. Prendete ad esempio i primi versi del disco: "Lucifero/ Siamo qui/ Per elogiarti/ Essere malefico". Insomma, andiamo... Non c'è possibilità che, da adulto, possa prendere questi testi seriamente. Normalmente tutto questo mi farebbe roteare gli occhi e mi lancerebbe a gambe levate in direzione della mia collezione di dischi dei Black Flag, ma per quanto ridicole possano suonare certe liriche si calano bene nell'atmosfera creata. E loro la prendono molto seriamente a quanto pare. Secondariamente i Ghost utilizzano costumi e make up per enfatizzare la loro "cattiveria". Personalmente penso che sia più efficace di tutte le croci capovolte di King Diamond (Glen Benton poi lo surclassò in quel frangente anni fa). Non solo riescono ad evocare alcuni loro predecessori del periodo clou del metal ma è anche chiaro che provino un certo interesse ed affetto per il rock'n'roll degli anni sessanta e settanta, arrivando addirittura ad includere come bonus track una cover della beatlesiana "Here comes the sun", contenuta nell'edizione giapponese del disco. Queste influenze aggiuntive sono lo spartiacque tra i Ghost e altri gruppi che condividono quel tipo di estetica.
Tutto questo combinato insieme porta a un risultato molto catchy, ricolmo di testi deliranti e chitarre orecchiabili e groovy. Mi sono messo a cercare questo disco dopo essere stato coinvolto dall'hype che li ha accompagnati a partire dall'anno scorso e onestamente non pensavo che li avrei presi così seriamente. Ma alla fine dei conti mi lascio sempre fregare da una bella canzone pop, che è un po' anche la loro raison d'être.
Per altre informazioni, date di concerti, merchandising etc. consultate pure:
http://ghost-official.com/
Traduzione in Italiano:
Mi piacciono tutti i generi musicali ma ho sempre avuto un debole per l'heavy metal degli anni '80 (a parte il cosiddetto hair metal, che faccio veramente fatica a digerire). Ero giovanissimo quando i metallari dei miei paraggi ascoltavano band come i Mercyful Fate; avevo meno di dieci anni e le t-shirt che portavano quei kids mi spaventavano non poco (se solo avessi visto all'epoca il documentario "Heavy Metal Parking Lot"), ma ne rimanevo anche affascinato al tempo stesso. I loghi di quelle magliette sembravano provenire da un altro pianeta, infuocavano la mia immaginazione. Qualche anno dopo avrei provato di tutto per fami piacere band come Judas Priest, Mercyful Fate e DIO ma senza risultati. Non dimenticherò mai quando a 14 anni presi un disco degli Iron Maiden ("X-Factor" se non erro) e ne rimasi estremamente deluso in quanto la musica non si avvicinava neanche lontanamente alla brutalità ostentata sulla copertina (per la cronaca in seguito ho cominciato ad apprezzare non poco i Maiden).
Dico ciò in quanto i Ghost (svedesi) mi riportano indietro a quelle prime sensazioni e a quei ricordi. Non posso fare a meno di pensare ai Mercyful Fate e a King Diamond quando li ascolto. Le atmosfere che riescono a creare, il make up e i testi mi riportano indietro a quelle prime reazioni. Ci voleva qualcosa del genere per rinverdire i fasti del metal di metà/fine anni '80. Tanto per iniziare i Ghost sono parecchio melodici e catchy ma i testi sono di una malignità estrema. Prendete ad esempio i primi versi del disco: "Lucifero/ Siamo qui/ Per elogiarti/ Essere malefico". Insomma, andiamo... Non c'è possibilità che, da adulto, possa prendere questi testi seriamente. Normalmente tutto questo mi farebbe roteare gli occhi e mi lancerebbe a gambe levate in direzione della mia collezione di dischi dei Black Flag, ma per quanto ridicole possano suonare certe liriche si calano bene nell'atmosfera creata. E loro la prendono molto seriamente a quanto pare. Secondariamente i Ghost utilizzano costumi e make up per enfatizzare la loro "cattiveria". Personalmente penso che sia più efficace di tutte le croci capovolte di King Diamond (Glen Benton poi lo surclassò in quel frangente anni fa). Non solo riescono ad evocare alcuni loro predecessori del periodo clou del metal ma è anche chiaro che provino un certo interesse ed affetto per il rock'n'roll degli anni sessanta e settanta, arrivando addirittura ad includere come bonus track una cover della beatlesiana "Here comes the sun", contenuta nell'edizione giapponese del disco. Queste influenze aggiuntive sono lo spartiacque tra i Ghost e altri gruppi che condividono quel tipo di estetica.
Tutto questo combinato insieme porta a un risultato molto catchy, ricolmo di testi deliranti e chitarre orecchiabili e groovy. Mi sono messo a cercare questo disco dopo essere stato coinvolto dall'hype che li ha accompagnati a partire dall'anno scorso e onestamente non pensavo che li avrei presi così seriamente. Ma alla fine dei conti mi lascio sempre fregare da una bella canzone pop, che è un po' anche la loro raison d'être.
Per altre informazioni, date di concerti, merchandising etc. consultate pure:
http://ghost-official.com/
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