Tuesday, September 13, 2011

Off the Record: intervista con Alessandro Seravalle (Garden Wall)

(English translation after the jump) 
La copertina del nuovo album
Tempo di ricordi, i primi giorni di settembre non possono essere che tali. Tanti anni fa, erano i primi anni '90, c'era un festival di rock progressivo chiamato Gothic Gathering ed organizzato dai membri di una formazione trevigiana (Asgard) che ha trovato poi un po' piu' fortuna in Germania che in suolo italico. In tale occasione conobbi Alessandro Seravalle ed una serie di altri ragazzi della bassa friulana che mi fecero capire di non essere l'unico in regione a seguire il genere. Di li' a poco Alessandro avrebbe dato vita al primo nucleo dei Garden Wall, arrivati ora con Assurdo, il loro nuovo album, ad un melange di generi sempre piu' avventuroso con ogni nuova uscita, tanto da far sembrare la definizione di progressive metal usata per loro in passato davvero ridicola e restrittiva. Non si puo' piu' indicare un genere per questi ragazzi, se non parlare di "Pan-musicalismo". Alessandro condivide...


AS: L'espressione "Pan-musicalismo" è qualcosa cui aderisco seduta stante. Credo che insistere nei generi puri porti oramai alla sterilità più completa, alla stasi e alla ripetizione infinita di modelli compositivi e comportamentali ormai consunti. L'obiettivo dei Garden Wall è dunque di tipo alchemico. Si tratta di far interagire in qualche assurda ampolla quante più istanze musicali possibili, utilizzare noi stessi come catalizzatori ed emulsionare ogni cosa in un sound coeso, compatto... Pan-musicale come dici tu. Certamente il drammatico aumento del peso specifico dell'elettronica, che è forse il tratto più peculiare di questo nuovo disco, ha di molto modernizzato il nostro suono e, nel contempo, ci ha offerto una tavolozza timbrica semplicemente impensabile per una rock band a formato classico. Ognuno di noi ha le sue influenze, le bands o gli artisti ai quali guarda come punto di riferimento nel passato, ma i Garden Wall sono decisamente proiettati nel futuro, a molti la nostra musica può non piacere e questo mi sta benissimo, ma certamente, senza falsa modestia, siamo un gruppo che fa dell'originalità della proposta musicale. lirica e spirituale la propria bandiera. Nessuna rassicurazione nel già sentito o nel purismo di genere dalle nostre parti.

UKN: Ci spieghi il "concept" che sta dietro "Assurdo"?
AS: Ovviamente non è un concept in senso stretto, non si narra alcuna storia. È piuttosto un'atmosfera che si respira, un'omogeneità espressiva che va colta anche alla luce dei due dischi precedenti. "Assurdo" è infatti il capitolo finale di una sorta di trilogia iniziatasi con "Forget the colours" e proseguita con "Towards the silence". L'idea che sta alla base di "Assurdo" è che solo l'utilizzo della paradossalità può condurre a racimolare qualche atomo di verità. Le affermazioni fortemente correlate con il reale finiscono con il perdere il reale stesso, lo alterano, lo corrompono...siamo da qualche parte tra il principio di indeterminazione di Heisenberg, il concetto di Lichtung in Heidegger e la dottrina filosofica del pensiero debole di Gianni Vattimo e Pieraldo Rovatti. I brani si susseguono senza soluzioni di continuità per circa un'ora e il titolo complessivo della specie di suite che ne deriva è emblematico di quanto detto circa la paradossalità: "vince chi si arrende", straordinaria sentenza di verità del grande Guido Ceronetti, uno dei miei mentori, accanto al "grande amico rumeno" Emil Cioran.

UKN: E' sempre molto interessante ed originale l'utilizzo di diverse lingue per la costruzione dei testi. E' una scelta naturale o un'idea per raggiungere e sorprendere ascoltatori di nazioni diverse?
AS: Utilizzare lingue diverse ha fondamentalmente una doppia valenza. Da un lato c'è l'elemento sonoro, ogni lingua ha una sua peculiare sonorità che può diventare fortemente evocativa (ma attenzione a non cadere nei clichè...il tedesco è duro, il francese dolce e romantico etc...), dall'altro ci sono considerazioni di carattere semantico, legate all'intraducibilità...certe espressioni funzionano meglio in certe lingue piuttosto che in altre...nei Garden Wall l'inglese resta la lingua principale per la semplice ragione che consente di raggiungere un numero maggiore di persone, ma inserirne altre (l'italiano, il tedesco, il friulano, il latino, il rumeno, il francese...) effettivamente è straniante e espressivo nello stesso tempo.

UKN: Cosa ci possiamo aspettare dalla trasposizione "live" del disco?
Alessandro in "full effect"
AS: Ci stiamo lavorando..."Assurdo" è un disco molto "multi-layered" per cui è estremamente difficoltoso riprodurre le sue sonorità dal vivo, tuttavia riproporremo l'approccio elettronico in sede live...sono a mia volta curioso di vedere cosa ne uscirà...{ mia opinione che i brani, sebbene siano molto arrangiati, possano rinascere ad ogni nuova performance...le nostre composizioni non si cristallizzeranno, resteranno vitali e aperte, o almeno queste sono le nostre intenzioni.

UKN: Nota personale... Custodisco ancora gelosamente il primo demo della band che mi desti quasi una ventina di anni fa in occasione del Gothic Gathering. Cosa ricordi degli albori della band?
AS: È passata molta acqua sotto i ponti, certamente i Garden Wall attuali non sarebbero quello che sono senza quegli albori (erano i primissimi anni novanta)...ero molto più giovane allora e dentro di me non si era assopita del tutto l'idea di vivere suonando, ora, superata la quarantina, il mio approccio è molto più sereno. La musica è una forma di ricerca per me, cerco me stesso, mi curo soprattutto...È una terapia, una valvola di sfogo sommamente salutare...ed è un modo per raggiungere altre anime. la nostra proposta non èp delle più semplici ed immediate, ma ricevo attestati di stima che mi fanno capire che ho toccato qualche persona ed è una sensazione impagabile...conservo un ricordo dolce di quei primi anni, gli entusiasmi giovanili, la costruzione lenta di un proprio stile, il senso di appartenenza...those were the days!
September is always a time of memories for me. Many years ago in September there used to be a progressive rock festival here in Friuli (in the early 90s), called Gothic Gathering, which was organized by the members of this band from Treviso, Asgard. They found more glory and appreciation in Germany than in Italy, afterward. Well, it was in that occasion that I first met Alessandro Seravalle and a lot of other guys from the Friuli region that made me understand that I wasn't the only one around here to listen to that kind of music. Alessandro formed right there and then the first lineup of Garden Wall. Now after almost 20 years this band is experimenting with a melange of different sounds and genres and the old tag "progressive metal" is quite ridiculous and restrictive. I think at this point you need to talk of "pan-musicalism". Alessandro agrees...

AS: The definition "pan-musicalism" is something to which I totally adhere. I think that to stick to pure genres will lead to complete sterility, stagnation and to the repetition of compositional and behavioral models that are worn by now. Our objective is that of the chemistry kind. What it's all about is trying to mix in some absurd beaker as many musical instances as possible, using ourselves as catalysts to emulsify everything into a cohesive and compact sound... Pan-musical, like you said. There is a dramatic intensification of the specific weight of electronic music, which is maybe the most peculiar characteristic of this new record. While modernizing our sound a lot, at the same time it has provided us with a palette of timbres that is unthinkable for a classic rock band. Each one of us has different influences or points of reference from past bands or artists but as a band we are projected into the future. A lot of people may not like our music and I understand that but, without false modesty, we take originality as a landmark in our musical proposal, spiritually and lyrically. No reassurance about "already heard" stuff or genre purism around here.

UKN: Can you explain the concept behind "Assurdo" (Absurd in English)?
AS: Obviously it's not strictly a concept album, no story is being narrated through it. It's more of an atmosphere you can breathe, an expressive homogeneity that you can get from the previous two albums too. As a matter of fact Assurdo is the final part of a trilogy that started with "Forget the Colours" and continued with "Towards the Silence". The basic idea of "Assurdo" is that only the use of paradox can help gather a few atoms of truth. Statements strongly connected with the reality end up losing reality itself, altering and corrupting it. We are somewhere between Heisenberg's indeterminacy principle, Lichtung's concept in Heidegger and the philosophical doctrine of the "soft thought" by Gianni Vattimo and Pieraldo Rovatti. The tracks follow each other without interruptions for about an hour and the overall title of the kind of suite that ensues is emblematic about what was said about paradox: "who surrenders wins", an extraordinary sentence of truth by the great Guido Ceronetti, one of my mentors, together with the "great Romanian friend" Emil Cioran.

UKN: It's always so interesting how you use several languages to construct the lyrics. Is that a natural choice or a way to reach and surprise listeners from different countries?
AS: There's a double value to it: on one side the sonic element, since every language has its own peculiar sound which can become strongly evocative (but careful about cliches like "German is a harsh language", "the French one is sweet and romantic"...), on the other side there are semantic considerations connected to untranslatability... Some expressions work more in a certain language than in another one... English is sill the No. 1 language for us, since it can reach more people, but using other languages (Italian, German, Friulano, Latin, Romanian, French) is alienating and expressive at the same time.

UKN: What can we expect from the live transposition of the record?
AS: We're working on it. "Assurdo" is so multi-layered that it's difficult to reproduce its sound live. Anyway, we'll propose the electronic approach again, in that situation. I'm curious myself to see what will come out of it. My opinion is that the tracks, although full of arrangements can get born again with every new performance. Our compositions won't crystallize, they will remain alive and vital, or at least these are our intentions.

UKN: Personal note. I still enshrine your first demo, the one you gave me almost twenty years ago at the Gothic Gathering festival. What do you remember of the early days of the band?
AS: There's been a lot of water under the bridge, definitely Garden Wall wouldn't be the same without those early days (the early 90s...), I was much younger then and the hope to live playing music was still alive in me; now that I am over forty years old my approach is more serene. Music is a form of research for me, a way to heal and find myself. It's a therapy, a very healthy safety valve. And it's a way to reach other souls. Our proposal is not easy nor immediate but I receive testimonials from people that show me I have touched someone and this emotion is priceless. I keep a sweet memory of those years and the youth enthusiasm, the slow development of your own style, the sense of belonging... Those were the days!

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